In breve
Si dice arancino o arancina? Il celebre street food siciliano divide Palermo e Catania per forma, nome e tradizione. Un viaggio tra gusto, dialetto e il verdetto dell’Accademia della Crusca che mette pace al dibattito.
Capita a tutti, prima o poi. Entri in un bar in Sicilia, ti innamori del profumo di fritto che arriva dal bancone e ordini sicura: “Una arancina, per favore”. Dal fondo qualcuno ti corregge sorridendo: “Qui è arancino!”. In un attimo capisci che quella che hai fra le mani non è solo una palla di riso ripiena: è un vero derby siciliano, combattuto a colpi di sapore e di dialetto tra Palermo e Catania.
Palermo vs Catania: questione di forma (e di orgoglio)
A Palermo la regina dello street food è rotonda, femmina, morbida come un’arancia che ha ispirato il suo nome: arancina. Nei chioschi e nelle friggitorie la trovi al ragù, al burro, ma anche in versioni creative con formaggi, verdure e pesce, simbolo di una cucina che non smette mai di reinventarsi.
A Catania, invece, domina l’arancino: slanciato, a punta, quasi a ricordare il profilo dell’Etna che veglia sulla città. Il nome al maschile è difeso con orgoglio dai catanesi, che lo considerano parte della propria identità quanto la lava e il mare. Cambia la forma, cambia il nome, ma il morso resta lo stesso: crosta croccante fuori, riso e ripieno filante dentro.
Da dove viene il nome?
Sul piano linguistico, il punto di partenza è lo stesso per tutti: l’arancia. Da qui deriva il termine dialettale arancinu/arancina, trasformato nel tempo in arancino o arancina a seconda delle zone dell’isola. C’è chi sostiene che, se il frutto è femmina, anche la specialità debba esserlo; altri ribattono che, essendo “un pezzo di riso”, il maschile sia più corretto. Il bello è che, come spesso accade in Sicilia, la lingua segue l’uso quotidiano più che le regole rigide.
Il verdetto dell’Accademia della Crusca
Quando la discussione è diventata troppo accesa, è stata chiamata in causa anche l’Accademia della Crusca, massimo punto di riferimento per la lingua italiana. La risposta ha fatto il giro del web: entrambe le forme, arancino e arancina, sono considerate ammissibili, perché rispecchiano l’uso vivo del parlato nelle diverse aree della Sicilia. In altre parole, non esiste un “giusto” assoluto, ma due tradizioni autentiche che convivono.
Il consiglio della blogger
Alla fine, davanti al bancone, l’unica scelta davvero difficile è un’altra: quale assaggiare per primo. Il segreto è semplice: lasciarsi guidare dal profumo, provarli sia a Palermo che a Catania e decidere qual è il proprio preferito. Perché, al di là del nome, l’arancino/arancina resta uno dei simboli più amati dello street food siciliano, perfetto da raccontare e da mordere in ogni viaggio sull’isola.
Street food Palermo
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